San Girolamo Emiliani nasce a Venezia nel 1486 da famiglia patrizia. Da giovane si mette al servizio della Repubblica di San Marco, ma colpito dalla condizione dei poveri durante la peste del 1528 dedica il resto della sua vita al loro servizio. Nel 1532 fonda la Compagnia dei servi dei poveri con l’intento di dedicarsi ai disagiati trascurati dalla società civile: orfani, prostitute, malati terminali. Muore a Somasca l’8 febbraio 1537, dove nel frattempo, nella spianata della la Valletta, sotto il castello, ha trovato il luogo adatto per ospitare i suoi orfani. Nel 1568 la Compagnia viene elevata a Ordine dei Chierici Regolari di Somasca da Papa Pio V. L’ordine si apre al ministero pastorale e all’istruzione della gioventù negli orfanotrofi, nei collegi, nei seminari. Il Collegio San Bartolomeo a Merate, che ospita il Manzoni dal 1791 al 1796, è retto proprio da Padri Somaschi, così come quello di Sant’Antonio, a Lugano, dove soggiorna fino al 1798, prima di accedere al Collegio Longone gestito dai Barnabiti.
L’itinerario religioso che a Somasca, pittoresco borgo abbarbicato ai piedi della Rocca del’Innominato, ripercorre la vita del santo, parte dal santuario a lui dedicato, che domina il paese. Vi si accede tramite una lunga e ampia scalinata. Alla sinistra dell’altare maggiore si apre lo scurolo, l’antico sepolcro di San Girolamo. Oggi le spoglie del santo, morto di peste mentre assiste i malati, sono conservate nella Cappella che porta il suo nome, all’interno di un’urna d’argento cesellata dai Martinitt di Milano, noto istituto fondato a sua volta per volontà di Girolamo Emiliani. Poco distante dalla chiesa si incontra la piccola cappella dedicata a Maria Madre degli orfani, eretta attorno all’edificio dove l’Emiliani è vissuto e morto. L’altare in marmo viene consacrato nel 1953 dall’allora patriarca di Venezia, diventato poi Papa Giovanni XXIII. Avanzando lungo le vie di Somasca si perviene a un arco che segna l’imbocco della Via delle Cappelle, realizzata nel Settecento. Lungo la strada selciata, fiancheggiata da tigli, sono dislocati undici tempietti dove sono riprodotti i momenti salienti della vita di San Girolamo. Circa a metà via si trova la Scala Santa, scavata nella roccia e formata da cento e uno gradini, che porta all’eremo dove il santo si ritirava in preghiera. Dopo l’ottava cappella, un arco immette in una piazzetta. Lì si affacciano la cappella che illustra l’episodio della morte dell’Emiliani e la Chiesa della Redenzione con il piccolo cimitero in cui riposano alcuni padri somaschi. A un livello superiore si trova la chiesa di San Girolamo con il presbiterio addossato alla nuda roccia. Dalla Valletta il percorso prosegue verso la sommità della rupe dove sorge il Castello dell’Innominato, nel cui torrione è ricavata l’ultima cappella. Questo è il luogo dove si radunano Girolamo e i suoi seguaci prima di trasferirsi a valle. L’area è delimitata da una cinta muraria nella quale si apre un varco affiancato da un oratorio in pietra con facciata a capanna intitolato a Sant’Ambrogio. Pregevole il panorama sulla Valle San Martino, il lago di Garlate e Lecco.
Santuario San Girolamo Emiliani
Via alla Basilica 1
Somasca, Vercurago