067. Da Molteni ad Hayez, un volto, un uomo - Grand Tour nel cuore della Lombardia

Da Molteni ad Hayez, un volto, un uomo

Alessandro Manzoni conduce una vita riservata, lo abbiamo già ricordato, e rivela per carattere una totale avversione a farsi ritrarre. Però la sua fama, peraltro cominciata presto, spinge in un’altra direzione. Ecco spiegato il moltiplicarsi di ritratti, realizzati con tecniche varie, dalla pittura alla scultura, dal disegno all’incisione, dalla litografia alla fotografia, molti dei quali oggi esposti in una sala di Casa Manzoni. Si tratta perlopiù di immagini realizzate senza il suo consenso. Ci restituiscono l’aspetto di Manzoni negli anni, da quelli giovanili alle rappresentazioni più celebrative della vecchiaia e postume, quando ormai il personaggio è entrato nel pantheon dei padri della patria. Fra gli altri, si evidenziano il monumentale ritratto realizzato da Carlo De Notaris nel 1874, un anno dopo la morte, e il disegno in cui Stefano Stampa, il figlio avuto da Teresa Borri, seconda moglie del Manzoni, nel precedente matrimonio, rappresenta il patrigno sorprendendolo nella sua intimità. Le sculture mostrano invece un Manzoni pubblico, come nel piccolo gruppo in bronzo che rappresenta lo storico incontro, avvenuto proprio nella casa di Via Morone il 25 marzo 1862, tra Garibaldi e l’«uomo che onora», sono le parole del generale, «tanto l’Italia», o come nel bozzetto del monumento in bronzo realizzato nel 1883 da Francesco Barzaghi e collocato in piazza San Fedele. 

Costituiscono un’eccezione i suoi due ritratti più belli e famosi, per i quali Don Lisander acconsente a posare. In primis quello eseguito nel 1835 da Giuseppe Molteni, in collaborazione con Massimo d’Azeglio, autore dello sfondo che rappresenta il lago di Como, conservato alla Biblioteca Nazionale Braidense. Lo scrittore è raffigurato in piedi, mentre regge nella mano sinistra una copia de “I promessi sposi”. Sullo sfondo si intravvedono le località in cui maturano le vicende di Renzo e Lucia. Questo ritratto per lungo tempo non viene esposto per volere dello stesso Manzoni e di questo esiste documentazione in una lettera inviata a Molteni in data 6 settembre 1835, nella quale ricorda all’autore che quando «a d’Azeglio venne il capriccio di volere su una tela un povero soggetto e un lavoro squisito, io gli protestai che la cosa doveva rimanere privatissima, e sempre che ne venne il discorso, ho escluso espressamente l’esposizione».

L’altro ritratto, diventato popolarissimo, voluto dalla seconda moglie Teresa Borri Stampa e dal di lei figlio Stefano, è quello che Francesco Hayez dipinge nel 1841 e che oggi è esposto alla Pinacoteca di Brera. A differenza del Molteni, Hayez elimina tutti gli elementi decorativi. Tramandare il Manzoni nella quotidianità è il suo reale obiettivo. Questo oggi per molti è “il” volto di Manzoni, l’immagine più popolare dello scrittore, che vincendo la sua naturale ritrosia accetta di sottoporsi alla fatica di quindici sedute. Il pittore del resto è assai scrupoloso e vuole rendere tutto dal vero, accessori compresi. Pare che il risultato finale sia da subito gradito anche alla famiglia, che apprezza soprattutto la posa naturale e non retorica. Di recente il dipinto è stato oggetto di un attento e scrupoloso restauro per rimuovere l’ossidazione della vernice superficiale, opacizzata ed ingiallita dal tempo.

 

Casa del Manzoni

Via Gerolamo Morone 1

Milano

casadelmanzoni.it

 

Pinacoteca di Brera

Via Brera 28

Da martedì a domenica 8.30-19.15

pinacotecabrera.org

 

Biblioteca Nazionale Braidense

via Brera 28

Milano

braidense.it