Il Cimitero Monumentale di Milano non è solo un camposanto, ma anche un giardino dove si può passeggiare per i viali e sedere quieti su una panchina per meditare sulle vite di chi ha scelto di passare qui l’eterno riposo. Progettato da Carlo Francesco Maciachini, figlio di poveri contadini lombardi ma destinato a grandi imprese – nella sua vita disegna e realizza interi arredi per le case di città e di campagna di molte famiglie nobili nonché la stanza a Palazzo Reale di Francesco Giuseppe e della sua sposa Sissi in visita a Milano – viene aperto il 2 novembre 1866. Molte le soluzioni originali introdotte, come la cancellata di ferro sottile che permette alla città dei morti e a quella dei vivi di restare in stretto contatto anche visivo.
Al centro del prospetto frontale, affacciato sul piazzale di ingresso, si trova il Famedio, o Tempio della Fama, simile a un palazzo rinascimentale con tanto di scalone e di corte, oltre di pinnacoli, bifore, marmi in fasce alterne, colonnette, capitelli antropomorfi. Al centro della facciata un grande portale. Eccolo il Pantheon ambrosiano sognato anche da Napoleone per dare asilo perenne agli uomini e alle donne illustri. Maciachini sceglie personalmente pure gli alberi, abeti, magnolie, cedri del Libano e dell’Himalaya che nei secoli faranno ombra ai defunti e ai loro cari in visita. In questo scenario sono collocati nel corso del tempo monumenti ed edicole disegnati da importanti architetti.
I criteri di “ammissione” al Famedio sono stabiliti da un regolamento definito nel 1884 e in parte modificato nel 1904. Sono tre le categorie dei cittadini considerati degni di passare alla storia: gli illustri per meriti letterari, artistici, scientifici o atti insigni, i benemeriti che hanno recato benefici e fama alla città e i distinti nella storia patria che hanno contribuito all’evoluzione nazionale. Per ricevere gli onori del Famedio non è necessario esservi tumulati. Alcun personaggi ricordati nelle lapidi poste all’interno in realtà sono sepolti in altre zone del Monumentale, per esempio Arturo Toscanini. Le salme di altri ricordati nel Famedio riposano addirittura altrove, come Giuseppe Verdi, tumulato nella cripta della Casa di Riposo per Musicisti a lui dedicata, in piazza Buonarroti a Milano, o Giuseppe Mazzini, sepolto nel cimitero di Staglieno a Genova.
Al centro del Famedio domina la sepoltura di Alessandro Manzoni, che qui viene spostata nel 1883, a dieci anni dalla scomparsa. Il sarcofago in granito, disegnato dallo stesso Carlo Maciachini e posto in origine lungo la parete nord, viene innalzato nel 1958 su un basamento con rilievi in bronzo, opera dello scultore Giannino Castiglioni.
Una visita al Pantheon meneghino è l’occasione per onorare tante altre figure illustri del passato, da Carlo Cattaneo a Luca Beltrami, e anche personaggi che godono tutt’oggi di forte notorietà: Carla Fracci, Dario Fo e Franca Rame, Giorgio Gaber, Paolo Grassi, Enzo Jannacci, Alda Merini, solo per ricordarne alcuni.
Cimitero Monumentale
Piazzale Cimitero Monumentale 6
Milano
monumentale.comune.milano.it