Vicina al Duomo, alla Galleria Vittorio Emanuele II, al Teatro alla Scala e a Palazzo Marino, la chiesa di San Fedele rischia di passare inosservata a molti. Invece merita una visita e non solo perché lega il suo nome alle memorie manzoniane. Affacciata sull’omonima piazza, in mezzo alla quale campeggia la statua di Alessandro Manzoni, opera dello scultore Alessandro Barzaghi (1883) e fusa nella famosa fonderia Napoleonica Eugenia, vanta origini antichissime nonostante il suo aspetto attuale. Nel 1943 la chiesa subisce gravissimi danni per via dei bombardamenti, ma presto è restituita ai milanesi nella sua completezza. La sua fondazione è addirittura coeva all’editto di Costantinopoli (313 d.C.) e prima di essere intitolata a san Fedele, l’evangelizzatore di Como, fino all’anno Mille è dedicata a santa Maria in Solarolo. La posa della prima pietra della nuova chiesa viene posta nientemeno che da Carlo Borromeo nel 1569. Concepita fin dal principio per la Compagnia del Gesù, è progettata da Pellegrino Tibaldi con un’unica grande aula interamente aperta al presbiterio, senza navate e con un transetto poco sporgente. È, nella mente dell’architetto e del suo committente, la dimensione ideale per i fedeli desiderosi di riunirsi in preghiera. L’apparato decorativo è sobrio proprio per favorire la meditazione. Preziosa invece la raccolta di opere presenti che spaziano dall’arte antica a quella contemporanea. Si va dalla Deposizione di Simone Peterzano, maestro del Caravaggio, alla Visione di Sant’Ignazio del Cerano fino alla pala del Sacro Cuore, capolavoro di Lucio Fontana, per citarne solo alcune; qui sono conservati anche lavori di David Simpson, Claudio Parmiggiani, Mimmo Paladino. Autentico gioiello barocco è la sagrestia disegnata da Francesco Maria Richini, dove spiccano i maestosi armadi in legno di noce decorati dal gesuita Daniele Ferrari. Di forte interesse è anche la cripta, sempre del Richini, con i quattordici medaglioni della Via Crucis di Lucio Fontana. Forse in nessuna altra chiesa, in Italia e all’estero, l’antico e il contemporaneo convivono con tanta grazia e in armonia.
Piazza San Fedele è anche il luogo dove alla fine dell’Ottocento sorge il Teatro della Commedia, successivamente dedicato ad Alessandro Manzoni; distrutto dai bombardamenti del 1943, in seguito viene spostato in via Manzoni, dove si trova tutt’ora. Il Teatro della Commedia è erede del Teatro Re, inaugurato nel 1813 in via Due Muri, una delle tante viuzze, tutte a sghimbescio che uniscono a quei tempi Piazza Duomo a Piazza San Fedele. Presto diviene uno dei salotti della Milano elegante e intellettuale. Si narra che il 20 giugno 1868, contravvenendo alla sua proverbiale riservatezza e all’agorafobia che l’attanaglia, Manzoni assiste da un palco del Teatro Re a una recita del “Miserie ‘d Monsù Travet”, in piemontese, standosene celato per evitare gli applausi del pubblico, dei quali è schivo. Questa è la versione ufficiale, ma circola anche voce che in realtà lo scrittore, già ottantatreenne, si appisola sotto gli sguardi divertiti di alcuni spettatori, tanto che le nipotine gli sussurrano continuamente: «Tiens-toi droit, grand-père!».
Come è noto la chiesa di San Fedele è il luogo dove Alessandro Manzoni, la cui casa dista pochi metri, si reca a pregare ogni giorno, compresa la mattina del 6 gennaio 1873, giorno in cui al termine della messa, forse a causa della nevicata della notte precedente, mentre si avvia alla sua magione scivola sui gradini del sagrato sbattendo violentemente la testa. È l’inizio della fine.
Chiesa di San Fedele
Piazza San Fedele 4
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