Impossibile non cominciare il tour dalla dimora dove il Manzoni trascorre larga parte della sua vita e dove, al tavolino del suo studio, scrive molte delle pagine più belle della sua produzione letteraria. La facciata del palazzo si apre su piazza Belgioioso, mentre il portone d’ingresso è posto al civico 1 di via Morone. L’edificio è molto antico. In origine probabilmente esistono solo due corpi di fabbrica contrapposti, successivamente sono elevate le costruzioni laterali che conferiscono alla proprietà l’attuale forma a quadrilatero. Negli anni Cinquanta del Novecento, durante i lavori di restauro, viene rinvenuta la struttura di una finestra quattrocentesca, che Manzoni non vede mai perché occultata all’interno di una parete.
Lo scrittore compera l’edificio nel 1813 per 107 mila lire, una somma considerevole che rappresenta un impegno finanziario importante, ma che in buona parte è sostenuta dall’eredità ricevuta dopo la morte del padre di Enrichetta Blondel, la moglie. Questa di via Morone è la sola casa che il Manzoni acquista, le altre proprietà gli giungono in eredità. Vi entra con la famiglia nel 1814 e la abita sino al 1873, l’anno della sua morte. Sostanzialmente Alessandro la conosce come la vediamo noi oggi. Alcune testimonianze di Giulia Beccaria, la madre, ricordano i lavori che vengono eseguiti subito dopo l’acquisto. Si tratta di opere di manutenzione ordinaria e non ci sono cenni a interventi alla struttura portante del fabbricato. Vengono tinteggiate le pareti e poste delle barriere di sicurezza alle finestre per evitare che i bambini, affacciandosi, possano mettersi in situazioni di pericolo. Quando Manzoni arriva qui sono già nati Giulietta e Pietro; negli anni a seguire arriveranno tanti altri figli, dieci in tutto.
In via Morone Manzoni trova la pace e il raccoglimento adatti per sviluppare la sua carriera di scrittore, inoltre beneficia della presenza di amici e parenti che risiedono nelle vicinanze, palazzo Beccaria, ad esempio, dista solo poche centinaia di metri. Vicinissimi abitano Federico Confalonieri e Silvio Pellico, in via Monte di Pietà, il Porta e i Verri, in via Monte Napoleone, Vincenzo Monti, in via Brera. A pochi passi sorgono la Biblioteca Ambrosiana, la Braidense, le librerie di Santa Margherita e della Contrada dei Servi. Insomma, una centralità che permette di coniugare le esigenze dello studioso con la vita affettiva.
Dopo la morte del Manzoni la casa è venduta all’asta e acquistata dal conte Bernardo Arnaboldi Cazzaniga, che la possiede per circa diciotto anni. Conserva la camera da letto e di morte e lo studio di Manzoni senza consentirne alcuna modifica. Grazie a ciò ci sono giunti uguali a come erano il giorno della scomparsa dello scrittore. Quindi la proprietà passa ai fratelli Villa, che vendono il giardino alla Banca Commerciale. Da ultimo passa ai fratelli Dubini. Nel 1937 viene istituito il Centro Nazionale Studi Manzoniani da Giovanni Gentile, allora ministro dell’Istruzione. Nel 1938 la Casa diventa proprietà della Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde che la assegna al suddetto Centro. Tre anni più tardi la Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde dona la casa al Comune di Milano per destinarla “in uso perpetuo ed esclusivo” al Centro Nazionale Studi Manzoniani. Dopo la guerra – i danni provocati dai bombardamenti sono per fortuna minimi – vengono avviati i lavori di ripristino per riportare la casa nelle condizioni in cui si trovava alla morte di Manzoni. Alcuni locali dati in affitto, la divisione in più appartamenti e l’officina presente al piano terreno hanno alterato l’atmosfera di un tempo. Gli interventi di restauro proseguono dopo il conflitto, il 15 dicembre 1965 è inaugurato il Museo Manzoniano. Cinquant’anni più tardi, in concomitanza di Expo 2015, una nuova opera di ristrutturazione viene completata con l’intenzione non solo di offrire ai visitatori un percorso espositivo più ampio, ma anche di rendere la Casa Manzoni un vivace polo culturale aperto agli studiosi e all’intera cittadinanza.
Un bellissimo scalone porta i visitatori nel cuore della dimora. Il percorso museale allestito da Michele De Lucchi nelle sale di rappresentanza dell’appartamento padronale è tematico. La prima stanza raccoglie i cimeli che riguardano la famiglia di Alessandro Manzoni. Quando vi abitava Don Lisander questo ambiente era un’anticamera. Il percorso prosegue sviluppandosi in dieci sezioni che ripercorrono, grazie agli arredi e alle opere d’arte esposte, diverse tappe nella vita e nell’opera dello scrittore. Dalla famiglia ai ritratti, dai paesaggi del romanzo alla sua passione per la botanica, dagli amici agli scrittori che lo hanno preso a modello, dalla camera da letto – restata intatta – allo studio in cui nascono “I promessi sposi”. Casa Manzoni è un luogo silenzioso e affascinante, ancora poco frequentato, o comunque meno di quanto meriterebbe. Una galleria di ritratti mostra il volto di un uomo che per molti è solo una faccia di copertina, le litografie ripercorrono la storia di Renzo e Lucia, le vetrine custodiscono copie originali e preziose della prima e della seconda edizione del romanzo. Forse per inquadrare bene il personaggio non c’è nulla di meglio della stanza da notte: un letto singolo appoggiato al muro, qualche poltroncina, un tavolino e un piccolo armadio a due ante. Questo luogo essenziale e sobrio racconta più di tante pagine scritte su chi è Alessandro Manzoni.
Casa del Manzoni
Via Gerolamo Morone 1
Milano
Martedì e mercoledì 10 – 14
Giovedì e venerdì 10 – 18
Sabato 12 – 18
casadelmanzoni.it