060. A spasso per Milano con Don Lisander - Grand Tour nel cuore della Lombardia

A spasso per Milano con Don Lisander

L’uomo è un animale che ha bisogno di camminare. Per curare la solitudine e soddisfare il suo bisogno di crescita. Per aprire nuovi orizzonti. Camminare crea i presupposti psicologici ideali per una riflessione ponderata, accende le idee. Inoltre equilibra i due lobi del cervello in un’operazione quasi automatica. Solvitur ambulando, camminando si risolve. I sapienti greci dialogano passeggiando. Aristotele discute camminando sotto i portici dell’Accademia di Atene, fondata anni prima da Platone. «Non riesco a meditare se non camminando. Appena mi fermo, non penso più», scrive Jean-Jacques Rousseau nelle sue Confessioni. Per un bizzarro destino se ne va proprio al termine di una camminata mattutina nei boschi.

Un epilogo non tanto diverso da quello toccato in sorte al Manzoni, che uscendo dalla chiesa di San Fedele, pronto a camminare verso la vicina casa, cade, batte la testa e avvia l’inarrestabile declino che in qualche mese lo conduce alla morte.

All’epoca, i passanti milanesi, abituati ad incontrarlo dalle parti di Piazza Scala o negli immediati dintorni, lo chiamano Don Lisander. Questo austero signore, che risponde al nome di Alessandro Manzoni, scrittore già di larga fama, quasi una leggenda vivente, esce ogni mattina dalla tranquilla casa con giardino in Via Morone con vista su Piazza Belgioioso, per fare la sua quotidiana passeggiata. Ora immaginiamo di averlo al nostro fianco e idealmente ripercorriamo con lui gli itinerari che toccano i luoghi manzoniani.