055. Superbe icone lombarde - Grand Tour nel cuore della Lombardia

Superbe icone lombarde

La suggestiva roccia calcarea delle Grigne dà vita a uno degli scorci più celebri dell’intera regione e alimenta fenomeni carsici sensazionali: grotte, doline e inghiottitoi generano scenari unici e arcaici, che affascinano da sempre la mente umana, come testimoniano gli studi condotti da Leonardo da Vinci su questi versanti. Fra le pareti rocciose e i ghiaioni si nascondono preziose rarità floristiche, come la Minuartia grignensis e la Primula glaucescens. Tra le associazioni vegetali va menzionato il lariceto del Moncodeno, che costituisce la comunità più meridionale di larice presente sul versante alpino. Notevoli sono i ritrovamenti di fossili, tra cui alcuni esemplari di Saurichthys, un pesce simile al barracuda lungo oltre un metro, vissuto 235 milioni di anni fa.

A Esino Lario, nel Parco di Villa Clotilde, ha sede il Museo delle Grigne, dove sono esposte collezioni che riassumono efficacemente gli eventi geologici che hanno investito i luoghi e la storia delle attività umane in chiave locale. Ai visitatori sono offerti un percorso dedicato alla storia naturale, una sezione archeologica che ripercorre le vicende dei primi insediamenti celtici e romani e un’area che rievoca le attività legate alla presenza del ferro in Valsassina con approfondimenti sulla vita quotidiana e il lavoro fino agli inizi del secolo passato. La storia di questo museo è assai lunga, è stato il primo istituito localmente, negli anni Trenta, grazie alla volontà dell’allora parroco Giovanni Battista Rocca. Si arricchisce d nuove sezioni, in particolare grazie ai fossili appartenuti ad Antonio Stoppani, ma durante la Seconda guerra mondiale il patrimonio accumulato si disperde. Alla fine degli anni Cinquanta del Novecento, sotto la spinta del sindaco Pietro Pensa, l’iniziativa riprende forza e viene allestito in nuovi locali il Museo delle Grigne di Esino Lario. Negli anni seguenti per garantire un futuro al progetto viene coinvolta la Comunità Montana della Valsassina, Valvarrone, Val d’Esino e Riviera. Dal 1993 la gestione è affidata all’Associazione Amici del Museo delle Grigne e nel 2005 viene aperta la nuova sede nel giardino di Villa Clotilde. Nella sede storica, in piazza Pietro Pensa, è ancora visibile il “casel”, una ricostruzione di un tipico casello montano, mentre in Villa Clotilde, dal 2012, sono conservate una collezione di farfalle italiane, una di insetti e un diorama di animali.

Dal 2005 questi scenari sono protetti dal Parco della Grigna Settentrionale. A dominare visivamente l’area protetta è proprio il massiccio delle Grigne, composto da un blocco meridionale detto Grignetta e da uno settentrionale, il Grignone, che con la loro particolare disposizione sembrano essere accavallati l’uno sull’altro. Le vette non toccano quote particolarmente elevate, la cima maggiore è a 2.409 metri d’altezza, ma la conformazione del territorio e la ambientale ne fanno una meta assai interessante per escursionisti più o meno esperti. L’elemento caratteristico è il carsismo, fenomeno a cui si deve la complessa morfologia della zona: le rocce di natura calcarea, sottoposte all’azione di pioggia, neve e grandine a cui si combina l’anidride carbonica presente nell’atmosfera, diventano solubili nella soluzione acida che deriva da questa combinazione e permettono all’acqua di penetrare attraverso le fratture della parete rocciosa, fino a formare vere e proprie grotte sotterranee, archi naturali e ghiacciaie. Oggigiorno per scoprire la zona, sia dal punto di vista geologico che naturalistico, è possibile scegliere tra un’ampia offerta di itinerari, differenti per lunghezza, pendenza e difficoltà del percorso: si va dalle facili escursioni geologiche o storiche per gli amanti del trekking, da non perdere un’escursione alla Ghiacciaia del Moncodeno, a Esino Lario, accompagnati da una guida speleologica, agli innumerevoli itinerari da percorrere in mountain bike che toccano gli angoli più belli della valle, con partenza da Bellano o da Pasturo. E poi, naturalmente, alpinismo, scialpinismo e arrampicata. E se tutto ciò non bastasse c’è anche il parapendio. A fine giornata, dopo avere praticato sport o essersi semplice rilassati all’aria aperta, si impone una rifocillante tappa culinaria: a far da padrone sui tavoli della Valsassina sono i formaggi, ottenuti attraverso processi di lavorazione che hanno alle spalle una tradizione secolare.

La vera peculiarità della Valsassina risiede proprio nello stretto legame tra l’esperienza accumulata nell’allevamento e le competenze casearie. Sono i pergamaschi, o bergamini come si dirà più tardi, che già a partire dal Quattrocento determinano le condizioni ottimali. La conformazione della valle, la presenza di grotte naturali, i verdi pascoli abbondanti, l’aria frizzante e pulita e il facile accesso alla pianura sono poi le chiavi del successo del caseificio valsassinese, a cui va aggiunto un mercato vicino importante come Lecco, dove per secoli sono maturati relazioni e scambi con altre aree strategiche come la Brianza, la Val Brembana, la Val Gerola, la Val Taleggio. Ecco spiegato perché proprio qui si sono accumulate competenze ed esperienze in materia di produzione, stagionatura e commercializzazione del formaggio che, da fine Ottocento, hanno attratto capitali e ditte casearie da Milano, Torino, Gorgonzola, Codogno e Novara. La Valsassina per decenni è stata la capitale del caseificio italiano, da dove transitava la maggior parte del gorgonzola e una fetta consistente della produzione casearia nazionale, nonché della razza bovina bruna. Il Libro genealogico, istituito sin dagli anni Venti è stato un punto di riferimento per la formazione di tale razza in Italia e per lungo tempo dalla Valsassina sono stati diffusi capi selezionati in molte altre regioni. 

Oggi la produzione dei migliori formaggi DOP della Valsassina e della Lombardia, da quelli di capra a quelli di latte vaccino, dai formaggi freschi agli stracchini stagionati, è affidata ad aziende qualificate che coniugano tradizione e modernità: taleggio DOP, il cosiddetto re della Valsassina, con oltre mille anni di storia alle spalle all’interno di un territorio ideale che permette di esprimere le sue più raffinate qualità, quartirolo DOP, che prende nome dall’erba quartirola tipica del periodo di fine estate dopo il terzo taglio del fieno, gorgonzola DOP e altre prelibatezze meritano di essere assaggiati, magari con una fumante porzione di polenta, che combina la produzione casearia valsassinese al più tradizionale dei piatti di montagna.

 

Parco Regionale Grigna Settentrionale

Presso Comunità Montana Valsassina, Valvarrone, Val d’Esino e Riviera

Via Fornace Merlo 2

Barzio

parcogrigna.it

 

Museo delle Grigne

Parco di Villa Clotilde

Via Montefiori 19

Esino Lario

museodellegrigne.it