In una singolare guida turistica scritta con i toni del racconto di viaggio, Cesare Cantù, scrittore, storico e giornalista nato a Brivio a inizi Ottocento e scomparso a Milano alla fine del secolo, percorre a piedi l’intero corso dell’Adda, dalle sorgenti all’incontro con il Po. Il testo, uscito nel 1884, ricco di notazioni storiche e ambientali, oltre che di ricordi personali e acute riflessioni, offre al lettore odierno la possibilità di conoscere il paesaggio fluviale ottocentesco. Ecco cosa scrive quando giunge nei pressi dell’incile del Naviglio della Martesana. “Quivi una robusta diga traversa il fiume, gettandone le acque nel naviglio della Martesana […] Così si passano Concesa, poi Vaprio, dove è un ponte di 91 metri, costruito nel 1818 con pile di puddinga e palco di legname, su cui corre la postale per Bergamo. Qui appare tutta l’utilità dell’Adda; perocché, oltre questo canale naviglio, ne sono dedotte la Muzza […] per irrigare il Milanese orientale e il Lodigiano; la rogia Vailata […]; il Ritorto […]; la Rivoltana […], che irrigano terre la più parte de Lodigiano”.
L’incile si trova in località Concesa, frazione di Trezzo sull’Adda, poco distante da quello originario, che era poco più a monte, dove ora affiora un grosso masso. Fino a Vaprio il Naviglio corre in posizione parallela ma sopraelevata rispetto al fiume. Lo costeggia l’alzaia, un tempo usata per il traino dei barconi, ora comoda pista ciclopedonale. Alla destra dell’incile, sempre a Concesa, si scorge Villa Gina, costruzione neorinascimentale, attuale sede del Parco Adda Nord. Eretta su uno sperone dominante l’Adda e il Santuario della Divina Maternità, la residenza prende le dimensioni attuali a metà Ottocento. Passa nel 1920 a Silvio Crespi e più tardi all’Opera Nazionale Balilla di Bergamo, che la trasforma in un istituto professionale per gli orfani di guerra. Dopo la Seconda Guerra Mondiale diventa il centro di recupero Casa del Sole e infine è acquistata dal Comune di Trezzo. L’esterno è caratterizzato da ampie finestre a sesto acuto, mentre negli interni conserva un bello scalone in noce e soffitti a cassettoni.
Incile del Naviglio della Martesana
Località Concesa