024. A Vaprio per rivedere con gli occhi del genio - Grand Tour nel cuore della Lombardia

A Vaprio per rivedere con gli occhi del genio

Nel corso dei secoli la figura di Leonardo da Vinci viene circonfusa da un un’aura leggendaria. Oggi tutto ciò che lo riguarda è sinonimo di successo e in ogni angolo del mondo si formano code interminabili per ammirare le sue opere. Ma se si vuole vivere un’emozione davvero straordinaria, basta raggiungere Vaprio d’Adda. Provenendo dal centro storico del paese, fermatevi sull’altura affacciata sul fiume. All’incirca è lo stesso punto da dove il maestro ritrae, presumibilmente tra il 1509 ed il 1511, un traghetto carico di bestiame con la fune tesa tra le due sponde. Il disegno, conservato nella Royal Library del Castello di Windsor, riproduce anche la confluenza del fiume Brembo nell’Adda, la diga e l’opera di presa della roggia di Vailate. Con una copia del disegno alla mano è possibile constatare la straordinaria, seppure parziale, corrispondenza con il luogo odierno. Nello scorcio si scorgono ancora il piano d’approdo, il ponticello a due archi, la briglia immersa nell’acqua, l’opera di presa e la roggia, proprio come è stato osservato da Leonardo.

Disegno

Leonardo da Vinci, Il traghetto tra Vaprio e Canonica (RL 12400)

 

Da una delle stanze di Villa Melzi prospicienti l’Adda o dal terrazzo sul Naviglio della Martesana oppure dai suoi immediati dintorni, Leonardo produce anche altri celeberrimi disegni della serie dell’Adda, conservati sempre nella Royal Library del Castello di Windsor: il naviglio della Martesana e l’Adda fra Vaprio e Canonica, la vista della Martesana e il fiume Adda a Concesa. Nel primo raffigura un barcaiolo con il caratteristico lungo remo-timone in uso all’epoca anche sui navigli milanesi, mentre procede a favore di corrente sulla Martesana, da Concesa verso Vaprio. Nel secondo, mette in risalto il ruolo centrale svolto dal naviglio per la navigazione: qui infatti appaiono due imbarcazioni, la prima procede tranquilla sulla Martesana, mentre la seconda, sull’Adda, appare più in difficoltà nel governare i vortici del fiume che in quel tratto, prima di ricevere il Brembo, scorre ancora stretto fra le rocce. Il confronto fra le due situazioni pare chiaro agli studiosi e sembra in qualche modo rafforzare il ruolo preminente del canale rispetto al fiume, poiché la navigazione lì è più sicura. Il disegno non traccia il naviglio di Paderno, come erroneamente si è creduto, ma in qualche modo ne anticipa l’intuizione. In quest’ultimo, a differenza del disegno del traghetto, il paesaggio raffigurato da Leonardo è difficilmente identificabile. Le cave di ceppo hanno stravolto il luogo e solo pochi indizi lo rendono riconoscibile.

Disegni

Leonardo da Vinci, Il naviglio della Martesana e l’Adda fra Vaprio e Canonica (RL 12398)

Leonardo da Vinci, Il naviglio della Martesana e l’Adda alla rocca di Concesa (RL 12399)

 

Secondo autorevoli studiosi, è proprio osservando le acque vorticose dell’Adda che Leonardo compone anche quella serie di schizzi sulle origini alluvionali della pianura padana, poi trasformatisi nelle “visioni terrificanti del diluvio”. Siamo ormai agli anni della maturità, quando il genio si concentra sulla contemplazione della natura. In un disegno che alcuni considerano un autoritratto ideale, compare un vecchio filosofo seduto sulla riva del fiume, intento a studiare i vortici d’acqua. Forse è in quell’istante che il vortice della vita, lo scorrere del tempo e quello dell’acqua impetuosa appaiono all’artista nella forma estrema del diluvio.

Disegno

Leonardo, Vecchio di profilo e studi di vortici (RL 12579 r)