018. Cassina de’ Pomm, là dove c’era l’erba - Grand Tour nel cuore della Lombardia

Cassina de’ Pomm, là dove c’era l’erba

Ai giorni nostri, il Naviglio della Martesana, una volta arrivato all’altezza di Cassina de’ Pomm s’interra e prosegue il suo viaggio come Cavo Redefossi. Nonostante i continui adattamenti subiti nel corso dei secoli, l’antica cascina mantiene intatto il suo fascino e concorre a creare uno degli scorci più pittoreschi di Milano. La sua origine risale al XV secolo, quando è inserita in un vasto reticolo di terreni agricoli voluti da Francesco Sforza. Il nome, cascina delle mele, sembra alludere alle coltivazioni un tempo presente, ma alcuni lo fanno derivare dal cognome della prima famiglia proprietaria, Pomi o De Pomi. Grazie alla sua invidiabile posizione, l’edificio passa di mano fra facoltose famiglie, tra cui i de Leyva, cui appartiene Marianna de Leyva, consegnata alla storia come Suor Virginia o, ancora meglio, la Monaca di Monza di manzoniana memoria. Luogo di villeggiatura, posta di cavalli, albergo, pare vi abbiano pernottato Casanova e Stendhal sollazzandosi non poco, infine osteria amata dai milanesi per le scampagnate domenicali e caffè, oggi il complesso architettonico è occupato da alloggi civili.

In corrispondenza della Cassina de’ Pomm, il Naviglio della Martesana è scavalcato da un piccolo quanto suggestivo ponte in ferro che i milanesi chiamano “pont del pan fiss”, ossia ponte del pane sicuro. Rimanda alla vicina fabbrica di candele Bonomi che garantiva agli operai un lavoro certo. Lo stabilimento non c’è più, al suo posto ora c’è un parco pubblico che conserva le mura di cinta dell’opificio. Il luogo evoca una Milano che s’intravvede nelle foto in bianco e nero: Cassina de’ Pomm e il “pont del pan fiss” tra l’altro fanno da sfondo a un giovanissimo Adriano Celentano in un famoso scatto. Questo, oggi, è il punto di partenza o di arrivo, a seconda delle direzione presa, di un lungo percorso ciclopedonale che fiancheggia il Naviglio della Martesana. Fino alla prima metà del Novecento, le barche sono trainate contro corrente mediante alzaie, così all’epoca sono chiamate le robuste funi collegate agli animali da tiro e al contempo le strade che corrono lungo la riva di un fiume o canale, dalle quale si esegue il rimorchio di natanti con quadrupedi. Oggi il termine indica ancora la strada di servizio lungo la riva di un corso d’acqua. L’alzaia del Naviglio della Martesana e quella che fiancheggia il fiume Adda consentono di pedalare senza interruzioni da Milano alle sponde dell’Adda e poi fino a Lecco.

 

Cassina de’ Pomm

Via Melchiorre Gioia 194