017. Conca dell’Incoronata, leggende sfatate e storie che salgono a galla - Grand Tour nel cuore della Lombardia

Conca dell’Incoronata, leggende sfatate e storie che salgono a galla

La Conca dell’Incoronata, detta anche delle Gabelle, s’incontra in fondo a Via San Marco, all’interno dei bastioni, dopo il cosiddetto “Tumbun de San Marc”. Nella Milano rinascimentale costituisce il punto di accesso delle acque del Naviglio della Martesana a Milano e il collegamento di queste con il sistema della Cerchia interna. Si chiama anche Conca delle Gabelle perché chi entra in città trasportando merci o persone deve fermarsi in quel punto e versare un dazio o, appunto, una gabella. Il nome Conca dell’Incoronata deriva invece dall’adiacenza all’omonima chiesa. Oggi si presenta agli occhi dei visitatori senza acqua, con l’ultimo ponte antico sul canale costruito col ceppo dell’Adda, la garitta in mattoni e i portoni di legno ad angolo identici a quelli disegnati da Leonardo da Vinci, gli schizzi sono inclusi nel Codice Atlantico della Biblioteca Ambrosiana di Milano.

A Leonardo si deve anche la pianta-veduta di Milano, sempre nel Codice Atlantico, che attesta per la prima volta la connessione del Naviglio della Martesana, realizzato dal 1457 al 1463 sotto la guida di Bertola da Novate, alla Cerchia dei Navigli.

La Conca dell’Incoronata o delle Gabelle in effetti è costruita quando Leonardo da Vinci diventa ingegnere ducale e in sostanza deriva da quella Conca di Viarenna che è attiva già dal 1439 per consentire l’ingresso nel fossato interno delle barche cariche dei blocchi di marmo di Candoglia proveniente dal lago Maggiore, tramite il fiume Ticino e il Naviglio Grande. Molti continuano ad attribuire la paternità del progetto di entrambe a Leonardo, ma si tratta solo di una tenace leggenda. Riguardo alla Conca di Viarenna, intitolata a Nostra Signora del Duomo, è sufficiente ricordare che entra in funzione quando non è ancora nato. I suoi progettisti sono gli ingegneri ducali Filippino da Modena, detto degli Organi, e Aristotele Fioravanti da Bologna. Quella dell’Incoronata, invece, si deve agli ingegneri Giuliano Guasconi e Bartolomeo Della Valle, due tecnici apprezzati dalla corte ducale per la perizia delle soluzioni riguardanti la sistemazione idraulica dei corsi d’acqua. A Leonardo va invece il merito, almeno fino a nuove scoperte, di avere perfezionato il sistema che regola l’afflusso e il deflusso delle acque presente sui portoni dell’Incoronata rendendone più veloce il funzionamento.

Dopo la costruzione delle mura spagnole, nella seconda metà del Cinquecento, la Conca di via Varenna viene spostata dalla posizione originaria all’attuale, in via Conca del Naviglio, pertanto quella dell’Incoronata resta la più antica conca di navigazione in Milano. Inoltre è l’unica sopravvissuta tra quelle costruite per introdurre il Martesana nella Cerchia dei navigli, che a partire da monte erano: la Conca di Cassina de’ Pomm, la Conca dell’Incoronata, la Conca di San Marco, la Conca di Borgo Nuovo e la Conca di Porta Orientale.

 

Conca dell’Incoronata

Via San Marco