Tra il 1656 e il 1675, ben prima della nascita di Villa Reale e del Parco, i Durini, facoltosi banchieri che acquistano il feudo di Monza dai De Leyva, la famiglia da cui discende la Monaca di Monza, fanno edificare la loro dimora di delizia fra i boschi e la campagna a nord della città, su un ciglio discendente verso la valle del Lambro, in posizione dominante rispetto ai boschi sottostanti. Verso la metà del Settecento, il cardinale Angelo Maria Durini trasforma Villa Mirabello in un cenacolo di letterati, frequentato, tra gli altri, dal Parini. Alla morte del Cardinale la villa viene requisita dai soldati napoleonici e nel 1805 passa a Carlo Vimercati Sanseverino che l’anno seguente la cede al Governo italico perché la inserisca nel progetto generale del Real Parco di Monza, voluto dal viceré̀ Eugenio di Beauharnais e progettato dall’architetto Luigi Canonica. Il blocco più antico e nobile è quello centrale con la classica conformazione a U, con le ali che separano la corte nobile dai cortili di servizio laterali, a nord e a sud. Il fronte principale, verso la corte d’onore, è messo in evidenza nella sua parte centrale da un portico su colonne e dal sovrastante balcone, coronato da un timpano triangolare. Ai lati del corpo centrale si alzano due torrette, una adibita a campanile della cappella, l’altra usata come belvedere. Nonostante i numerosi cambi d’uso subiti dalla villa nel corso del tempo, all’interno persistono ambienti di grande pregio, stuccati e affrescati con motivi architettonici ed episodi mitologici, con soffitti a volta o solai lignei a cassettone decorati. Negli anni Novanta l’edificio è interessato da alcuni interventi di manutenzione e di restauro per scongiurarne il decadimento, tra i quali il rifacimento delle coperture, il ripristino di parte degli intonaci esterni e il consolidamento della torretta meridionale. Ai giorni nostri la villa ospita la Biblioteca del Parco. Nel 2005, a seguito di un accurato restauro, viene riaperto al pubblico il salone centrale, dove spiccano le figure dipinte a monocromo di grandi artisti e pensatori abbigliati con abiti di foggia antica. All’edificio è associata la presenza di un fantasma. Pare che alla sera al suo interno si sentano passi pesanti che attraversano il salone, accompagnati da una risata. È una delle leggende che animano il Parco Reale di Monza, insieme a quelle degli amanti del “Bosco Bello”, Rosa dè Peregalli e Gian Guidotto dè Lesmi, sposi clandestini morti in circostanze misteriose, e della Matta Tapina, stravagante signora dalle veste logori che pare abbia scelto l’antica selva come sua dimora.
Villa Mirabello è collegata alla vicina Villa Mirabellino tramite uno scenografico viale alberato, recentemente ricostituito. Nel 1776, mentre il conte Firmian conduce l’Arciduca Ferdinando a visionare i terreni per realizzare Villa Reale, poco lontano il cardinale Angelo Maria Durini chiama l’architetto Giulio Galliori della veneranda fabbrica del Duomo di Milano per realizzare Villa Mirabellino. L’obiettivo è duplice: disporre di una dependance per accogliere gli ospiti e creare un contrappunto architettonico alla villa di delizia che già possiede. Al Mirabellino il Durini soggiorna fino al 1795, poi, un anno prima della sua morte, decide di donare la proprietà alla nipote Costanza Trivulzio. Iniziano da allora una serie di modifiche che portano l’edificio ad assumere una veste molto differente da quella tardo settecentesca originale. Costanza Trivulzio non ha molto tempo per godersi la villa. L’anno successivo, con l’arrivo dei francesi, la situazione politica muta. Il 6 dicembre 1806 la casa è acquistata per 70 mila lire dal viceré Eugenio di Beauharnais che, il 21 giugno dell’anno successivo, la dona alla giovane moglie Amalia di Baviera dopo aver fatto apporre sulla facciata verso Ponente la targa Villa Augusta. Con il ritorno degli Asburgo la villa diventa principalmente un casino di caccia e di questo periodo sono i lavori sulla struttura eseguiti dal Tazzini. Il federmaresciallo Radetzky ama soggiornare al Mirabellino, mentre Massimiliano e Carlotta d’Asburgo, entrati trionfalmente a Milano nel 1857, trascorrono solo due estati di svago in questa casa. Anche con i Savoia la villa è principalmente casino di caccia e residenza del Conte Vimercati “direttore delle R.R. Cacce”. Dopo il regicidio, nel 1919, il Mirabellino passa dalla Corona al Demanio dello Stato quale sede per l’Istituto Principessa Maria di Savoia per gli infanti e invalidi di guerra. Nel 1923 il demanio subaffitta la villa per 5 mila lire al Comune di Monza che qui realizza la colonia elioterapica. Il salone delle cacce viene trasformato in refettorio, la sala accanto a classe di canto e l’antica loggia diventa l’ufficio della direzione. Nel 1943 si presenta l’occasione per i Comuni di Monza e Milano di entrare in possesso della villa, ma entrambi rifiutano la donazione che da allora resta l’unica enclave del demanio all’interno del parco. Nel dopoguerra gli interni sono snaturati dagli interventi di ammodernamento voluti dal Genio civile. Nel 1975 il sindacato Cisl si insedia al Mirabellino, dove resta fino al 1986. Da tempo il complesso sconta la chiusura e l’abbandono, ma non manca l’interesse di una larga parte della comunità monzese. La speranza di una nuova vita per questa graziosa villa di delizia è ora affidata al masterplan della Reggia, l’ambizioso programma di conservazione e sviluppo ambientale, storico-culturale ed economico del complesso monumentale monzese.
Villa Mirabello
Viale Mirabello 10
Monza
Villa Mirabellino
Viale Mirabellino 2
Monza