Dell’architetto Giuseppe Piermarini si parla in più parti di questo lavoro. E non può che essere così, considerato che a lui si deve l’aspetto odierno di molti luoghi toccati dal Grand Tour. Tra tutti spiccano due monumenti iconici dell’identità lombarda e nazionale: il Teatro alla Scala di Milano e la Villa Reale di Monza. Nella seconda metà del Settecento, mentre la Brianza va lentamente mutando, spinta dai progressi economici legati alla sericoltura e all’affermazione degli opifici connessi, il fenomeno della villeggiatura, che conta già un apprezzabile numero di dimore patrizie, trova il suo momento più alto proprio con la realizzazione della Reggia monzese, uno dei simboli più prestigiosi della città e nello stesso tempo una delle emergenze storico-architettoniche più importanti a livello regionale e nazionale. Il complesso progettato da Giuseppe Piermarini viene realizzato a partire dal 1777 per l’arciduca Ferdinando d’Asburgo, che ne vuole fare la propria residenza estiva. L’edificio principale è costituito da tre corpi di fabbrica disposti a U, aperti verso il viale che da Monza porta a Milano. Ispirata a principi di semplicità, decoro e funzionalità, la villa è arredata e decorata da grandi artisti, tra cui il pittore Andrea Appiani, che affresca l’ambiente della Rotonda, regalo dell’arciduca Ferdinando alla consorte per la ricorrenza del ventesimo anniversario di matrimonio. Notevole è anche, nell’ala sinistra della Villa, il teatrino di corte di Luigi Canonica. Al progetto originario vanno riferiti anche i fabbricati di servizio più bassi, il giardino all’italiana e, sul retro, il piccolo parco all’inglese, il primo realizzato in Italia, che lo stesso Piermarini movimenta con una collinetta artificiale, viali sinuosi, un laghetto e alcune costruzioni di moda all’epoca, come un tempietto e una torre circondata da rovine medioevali. L’architetto folignate è un apripista quando sceglie di approntare un’area dei giardini secondo lo stile importato dall’Inghilterra, all’apparenza naturale ma in realtà frutto di una precisa progettazione, e tale ruolo è attestato da Ercole Silva nel trattato Dell’arte dei giardini che lo descrive come «il primo […] a dare saggio de’ giardini inglesi». Il Piermarini è coadiuvato da giardinieri inviati da Vienna per volere di Maria Teresa d’Austria. L’esito è straordinario come testimonia la fortuna iconografica dei giardini stessi, ripresi in numerosi dipinti e incisioni. La varietà botanica si può apprezzare ancora oggi: da inizio Ottocento vengono introdotte più di 15 mila specie diverse. La cura di tale patrimonio è affidata a Luigi Villoresi, compilatore del primo catalogo di piante e tra i fondatori della locale scuola per giardinieri; poi passa a Giovanbattista Rossi e a Giuseppe Manetti, tecnico giardiniere e botanico di fama internazionale, che svolge un ruolo fondamentale nell’introduzione di specie esotiche e rare.
Le vicende storiche del regno d’Italia influiscono anche su Villa Reale, che passa prima nelle mani del viceré d’Italia Eugène de Beauharnais, poi torna agli Asburgo e in seguito diventa dimora dei Savoia. Dal 1878, morto Vittorio Emanuele II, i nuovi sovrani, Umberto I e la moglie Margherita, ne fanno la loro residenza estiva. Umberto si innamora della dimora monzese e i nobili milanesi lo seguono con entusiasmo perché finalmente hanno una corte italiana dove esibirsi. Il re investe nella villa facendo rinnovare le decorazioni dei pavimenti e delle volte, abbellendo lo scalone e altre stanze. Qui a Monza può dedicarsi alla caccia e alle altre sue passioni, mentre Margherita si occupa di cultura e ricevimenti. Finché i tragici spari spengono tutto. La sera del 29 luglio 1900 Umberto, a cinquantasei anni, viene ucciso dall’anarchico Gaetano Bresci mentre rientra a casa in carrozza, dopo avere assistito a un saggio ginnico alla Forti e Liberi, poco distante dalla villa. A seguito del luttuoso evento il nuovo re Vittorio Emanuele III abbandona Villa Reale, facendola chiudere e trasferendo al Quirinale gran parte degli arredi. Nel 1919 è donata al Demanio dello Stato. Dal 1923 al 1930 ospita quattro esposizioni di Arte Decorativa e Industriale Moderna e altre esposizioni. Nel 1934, con Regio Decreto, Vittorio Emanuele III fa dono della Villa ai Comuni di Monza e Milano. Dopo la seconda guerra mondiale si susseguono occupazioni e altre spoliazioni che provocano il decadimento del bene. Nei primi anni del Duemila ha inizio la riscossa. La Regione Lombardia e il Comune di Monza indicono un concorso internazionale di progettazione per il recupero e la valorizzazione della Villa Reale e dei Giardini di pertinenza. La conclusione del complesso restauro è salutata con una cerimonia pubblica il 26 giugno 2014.
Oggi, la Reggia, che racchiude la Villa Reale, i Giardini Reali e il Parco, è gestita dal Consorzio Villa Reale e Parco di Monza, ente partecipato dalle istituzioni proprietarie: il Ministero della Cultura, la Regione Lombardia, il Comune di Monza e il Comune di Milano. Pur non avendo proprietà all’interno del complesso monumentale, hanno aderito anche la Camera di Commercio Milano, Monza Brianza, Lodi e Assolombarda. Impossibile raccontare in poche righe tutto quel che c’è da ammirare: le Sale di rappresentanza, riccamente ornate da grandi artisti e decoratori; gli appartamenti reali, dove fanno bella mostra i tavoli da gioco di legno intarsiato, opera dell’ebanista Giuseppe Maggiolini, precursore del distretto del legno e del design che si è sviluppato in Brianza nei secoli seguenti, oggi collocati nella Sala del Biliardo, e l’antica biblioteca in mogano, un tempo colma di migliaia di libri, pergamene e disegni, e che oggi custodisce le ceramiche di Sèvres in uso nel passato alla casa reale; gli spazi privati di Umberto e Margherita, creati dall’estro dell’architetto di Corte Majnoni d’Intignano. E poi, ancora, il Belvedere, l’ultimo piano della Villa, un tempo spazio dedicato alla servitù, il Serrone, il Roseto e naturalmente i Giardini Reali, la cui varietà botanica è il risultato dell’accurato lavoro di sapienti giardinieri, e il Parco Reale, che ospita su oltre 700 ettari tesori architettonici antichi e moderni, ville, cascine, mulini, percorsi ciclabili, un centro ippico, il celebre Autodromo nazionale, che ha da poco festeggiato i cento anni, oltre a un’incredibile varietà vegetale, tra cui alcuni esemplari monumentali, e inaspettate specie animali.
Reggia di Monza
Viale Brianza 1
Monza
reggiadimonza.it