142. Appuntamento all’Arengario - Grand Tour nel cuore della Lombardia

Appuntamento all’Arengario

Piazza Roma è un grande crocevia verso il quale convergono alcune delle più importanti e antiche strade monzesi: via Carlo Alberto, via Vittorio Emanuele II e via Italia. Attraverso la piccola via Napoleone è collegata con Piazza Duomo e mediante Largo IV Novembre è messa in comunicazione con le Piazze Trento e Trieste, Carducci e San Paolo. È il luogo dove ci si dà appuntamento per poi camminare fra le vetrine fin quasi al Re di Sass, oppure in direzione opposta fino a largo Mazzini. Piazza Roma è da lungo tempo il centro storico e civile della città. Tale carattere le è impresso soprattutto dal bellissimo Palazzo del Comune o Arengario, che ne costituisce l’elemento dominante. Sorto nella seconda metà del Duecento, rappresenta uno degli edifici cittadini più simbolici, certamente il più importante monumento civile monzese. La costruzione rappresenta una delle più vive testimonianze della vita sociale cittadina dal Medioevo fino ai giorni nostri, restaurata nel 1890 a opera di Luca Beltrami. La torre che lo affianca viene ricostruita nel 1903. Di pianta rettangolare, realizzato in cotto e in pietra di serizzo concia nella zona adibita a porticato, l’edificio si mostra al pubblico con le sue chiare fattezze lombarde. Si eleva poggiando su pilastri ordinati a tre a tre, sei sul lato maggiore, tre sul lato minore, per un totale di diciotto. Sopra i pilastri, le arcate sono ottenute con mattoni a cuneo di diversa grandezza e finemente lavorati. Il soffitto del portico, su cui poggia il palco del piano nobile, è retto da travi su mensole scolpite con begli ornamenti: motivi di teste, simboli, emblemi gentilizi. Al piano nobile del Palazzo si trova il salone delle assemblee, illuminato da trifore con archi a tutto sesto. Come il foro in epoca romana, così l’arengario in epoca comunale è il luogo dove si svolgevano le assemblee. L’espressione Arengario, dal germanico hari-hriggs, circolo dell’esercito, indica infatti la funzione della costruzione: qui i membri dell’assemblea cittadina si sedevano in cerchio per le loro adunanze. Oggi la grande aula è diventata uno spazio museale. Provenendo da via Italia e alzando leggermente la testa, si scorge sulla facciata meridionale del Palazzo la “parlera”, aggiunta verso il 1380. Si tratta di un balconcino, in lastre marmoree poggiate su tre mensole; due esili colonnine ne sorreggono il piccolo tesso che sporge fra due trifore. Sul leggio di pietra, posto in mezzo al parapetto, si appoggiavano i decreti che il banditore leggeva al popolo chiamato a raccolta. Una curiosità: negli anni Venti del secolo passato, il consiglio comunale discute la proposta di abbattere l’arengario perché è di ostacolo al traffico. Per fortuna alla fine non se ne fa niente.