131. Villa San Martino, fasti di ieri e di oggi - Grand Tour nel cuore della Lombardia

Villa San Martino, fasti di ieri e di oggi

Scendiamo adesso a Arcore, dove si incontra Villa San Martino. Sorge sul luogo di un antico monastero del quale si fa menzione in più carte dal dodicesimo secolo in poi. Giovanni Dozio, autore delle ottocentesche Notizie di Vimercate e della sua Pieve, ricorda così il cenobio: «sorgeva a pochi passi dal villaggio di verso a ponente, dove ai dì nostri sta ancora quella chiesa, ristorata e ridotta a moderne forme». Quella chiesa, divenuta cappella gentilizia, costituisce il nucleo più antico della villa nata nella seconda metà del Settecento. L’antico monastero, caduto in misere condizioni già due secoli prima, è acquistato nel 1713 dai Giulini, una delle famiglie più illustri del patriziato lombardo.  Solo quando ne entra in possesso il conte Giorgio Giulini, nipote dell’acquirente, si avvia una netta riconversione. L’edificio viene disposto nella tipica struttura a U aperta verso il paese. Dopo le trasformazioni compiute dal Giulini, la villa passa ai Casati e poi al ramo dei Casati Stampa di Soncino. Negli anni Settanta è acquistata da Silvio Berlusconi, che fa eseguire un restauro di tipo conservativo della porzione più antica e un ripristino di alcune parti ormai fatiscenti. L’impianto dell’edificio rivela ancora oggi, pur sotto l’aspetto neoclassico, una struttura che parzialmente è rimasta legata alla sua origine monastica. L’architettura esterna, molto lineare, risale al primo periodo Neoclassico. Il corpo padronale è caratterizzato da un bel portico, conservato nella sua fisionomia originale, scandito da cinque colonne monolitiche poggianti direttamente sul pavimento a grandi lastre di granito e chiuso, in periodo più tardo, da un’impannata. Da qui si accede alla sala della Musica, l’episodio architettonico dominante della villa, disposta su due livelli con un’elegante balconata continua che si svolge intorno alle pareti del primo piano. Più allungata rispetto al portico, s’affaccia verso il giardino con cinque portefinestre, di cui quella centrale è in asse col cannocchiale passante tra la corte e il parco, che un tempo, fiancheggiato da un lungo filare d’alti pioppi, si prolunga fino al Lambro. Sebbene ora interrotto visivamente da una macchia verde di alberi e arbusti e dal muro di cinta, l’asse prospettico è rimasto sostanzialmente integro. Dalla sala della Musica s’accede a una sequenza di salottini caratterizzati da soffitti con volta a padiglione e a crociera, che presentano il repertorio iconografico usuale del Neoclassicismo. Il parco su cui si affacciano non offre la sensazione di essere stato aggiunto alla casa, bensì di essere incorporato ad essa. Piante, arbusti e fiori sembrano sistemati in modo tale che da ogni finestra si possa ammirare un capolavoro orticolo perfettamente incorniciato.

 

Villa San Martino

Viale San Martino

Arcore

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