Proprio dalla Casa del Pellegrino di Civate ogni anno nel tardo pomeriggio del giorno di San Pietro e Paolo parte il cammino del Gir di Sant, un percorso simbolico notturno lungo le pendici del monte Cornizzolo che tocca tutti i luoghi di interesse sacro della tradizione contadina. La prima sosta è l’antica chiesa di San Martino, nel territorio di Valmadrera. Già menzionata in documenti del Duecento, la posizione strategica sopra l’antica strada e la dedica a un santo militare suggeriscono il probabile collegamento con funzioni difensive. La sua importanza è testimoniata da un prezioso ciclo di affreschi quattrocenteschi e dall’immagine devozionale della Madonna del latte. Il cammino porta poi all’alpeggio di San Tomaso, un terrazzo naturale a 580 metri di quota da cui si gode un ampio panorama sulla bassa Brianza, Lecco, i laghi di Annone e Pusiano e le cime montuose di Grignetta, San Martino, Due Mani, Resegone, Monte Barro, Corno Birone e Prasanto. La località ospita in un caratteristico rustico il Museo della vita contadina, allestito dalla Comunità Montana Lario Orientale Valle San Martino, dove sono esposti attrezzi dedicati ai lavori autunnali come aratri, seminatrici, strumenti per il taglio del bosco, per la viticoltura e per la lavorazione del latte e del formaggio, mentre al piano rialzato c’è la ricostruzione di una tipica casa contadina.
Si procede con una ripida salita che conduce alla Colma, dove ai piedi di un faggio secolare sgorga l’acqua freschissima della sorgente del Funtanin dal Foo. Segue la discesa lungo la Val Ravella fino all’alpeggio di Terz’Alpe, nella Foresta Regionale dei Corni di Canzo, e quindi ai ruderi medievali del Segund Alp, luogo di nascita di San Miro, guaritore ed eremita. Da qui si procede lungo il sentiero dello Spirito del Bosco, con le suggestive sculture lignee di Alessandro Cortinovis, fino a scendere ai 725 metri del Prim Alp, alpeggio trasformato in un centro di Educazione Ambientale gestito dai volontari di Legambiente. Il sentiero continua a scendere ripido costeggiando un torrente e un grande masso erratico, cristianizzato dalla presenza della croce e venerato come Sass da San Mir. Poco oltre si sale al seicentesco Eremo di San Miro, il cui culto è tutt’ora rievocato nel gesto di bagnarsi gli occhi per tre volte alla sorgente che la tradizione vuole fatta sgorgare miracolosamente dal santo taumaturgo. Dopo una breve sosta a Canzo, si toccano le sponde del lago del Segrino, solitamente quando comincia ad albeggiare. Si è all’incirca a metà cammino e a questo punto il Gir di Sant prevede una sosta alla Fons Sacer, la risorgiva che alimenta d’acqua il lago. Dopo una visita alla cinquecentesca chiesa di San Cristoforo a Mariaga, frazione di Eupilio, che ha dipinto sulla facciata una raffigurazione di San Cristoforo, protettore dei viandanti, si raggiunge il Santuario della Madonna della Neve, localmente detto Madona Nuvelina, dove d’abitudine i camminatori si ristorano. Da lì scendono e attraversano il fronte inferiore della grande cava, per risalire tra i prati di Suello al Priel. La perla più preziosa del Gir di Sant è ormai vicina: San Pietro al Monte in Civate, la basilica eretta al centro del Monte Cornizzolo. Dopo circa dodici ore di cammino e trenta chilometri, il pellegrinaggio è giunto alla meta.