Via via che si risale il corso dell’Adda, ci avviciniamo alle Prealpi lombarde. Proprio ora vale la pena di avventurarsi in un esercizio di fantasia e provare a immaginare qual era il panorama che si trovava di fronte il viandante che dalla Milano sforzesca intendesse muoversi verso il territorio di Lecco. Lasciava la città passando per Porta Nuova e, una volta superate le mura medievali, i fabbricati cominciavano subito a diradarsi. Nei tratti di aperta campagna lo sguardo cadeva inevitabilmente sulle Prealpi lombarde, che nei giorni di cielo profondo si stagliano ancora oggi nitide di fronte agli occhi e paiono prossime alla città. A levante, sul confine tra il Ducato milanese e la Repubblica di Venezia, spicca il profilo dell’Arera. Spostando la vista verso tramontana appaiono le inconfondibili cime dentellate del Resegone e i massicci delle Grigne.
Mentre risiede a Milano, Leonardo scopre presto la bellezza di questo panorama e ne resta meravigliato. Nelle Collezioni Reali di Windsor sono conservati tre disegni pubblicati molte volte in libri sull’opera del maestro e sul suo rapporto con le Alpi nonché in varie monografie su Monte Rosa, Monte Bianco o più in generale sugli scenari alpini. In realtà, a dispetto di quanti ancora oggi continuino a vedervi le vette del Monte Rosa, il Monboso, è da tempo chiarito, grazie anche agli studi di Angelo Recalcati, che quelli in realtà sono i profili delle Grigne e delle Prealpi lombarde. Per l’esattezza, nel primo si distinguono tre soggetti: un lungo panorama delle Prealpi lecchesi che va dal Cornizzolo al Pizzo dei Tre Signori con al centro le Grigne, un particolare del settore centrale di tale veduta, il Pizzo Arera nelle Prealpi bergamasche. Si riconoscono molte vette: il Cornizzolo, appunto, il monte Croce, i Corni di Canzo, la piramide sommitale del Legnone, il Grignone e la Grignetta, infine il Pizzo Arera, che forse a Leonardo è familiare perché se lo trova di fronte durante i suoi viaggi a Vaprio d’Adda. L’intera scena sembra ripresa da un punto sopraelevato nel centro di Milano. Nel secondo foglio lo scenario va dalle Grigne, a sinistra, all’Albenza, a destra. Questa volta sembra che le montagne siano più vicine, il punto di osservazione potrebbe essere una località lungo l’Adda, forse nei pressi della profonda gola compresa fra Paderno e Cornate. Nel terzo è protagonista il Resegone. Per questo disegno Recalcati individua il punto di osservazione nella Rocchetta presso Airuno, una caratteristica sommità panoramica che sovrasta l’ampio meandro dell’Adda.
Disegni RL 12410, RL 12414 e RL 12411-12413, Windsor, Royal Library
Anche nelle raccolte della Veneranda Biblioteca Ambrosiana a Milano è custodito un foglio in cui compaiono le Prealpi lecchesi. Si tratta di una testimonianza molto curiosa, inclusa nel Codice Resta. La pagina è occupata in gran parte dal disegno di un piede, che si ritiene opera dell’allievo Francesco Melzi. Nell’angolo in alto a sinistra s’intravede invece un profilo di montagne, una classica sanguigna di Leonardo, in cui si scorgono – non senza difficoltà – le Prealpi lecchesi: la Grigna, il monte Due Mani, il Resegone.
Carta 35 r Codice Resta, Biblioteca Ambrosiana