Seguire l’Adda, che a lungo è stata linea di confine fra Stati nemici, è un po’ come aprire un libro di storia e ripercorrere le sorti delle genti e del paesaggio di Lombardia. Con l’Italia delle Signorie, il corso d’acqua diventa un confine di Stato tra i più rigidi e stabili: quello tra il Ducato di Milano e la Repubblica della Serenissima. Nei secoli seguenti le parti si alternano nel controllo del fiume, ma il confine resiste più o meno intatto fino alla fine del Settecento. Le fortezze edificate già in tempi antichissimi per presidiare il territorio, e via via rinforzate, sono giunte fino ai nostri giorni, a volte ben conservate, altre meno, in taluni casi offrendo solo fuggevoli segni.
Ne sono prova l’antichissimo castello di Trezzo, con la sua poderosa torre e i resti della rocca longobarda, e quello altrettanto vetusto di Cassano, edificato prima dell’anno mille e, secondo la tradizione, visitato anche da Carlo Magno. Trezzo, che si trova circa a metà strada tra Milano e Bergamo, è sempre stato un luogo strategico da presidiare. Per guardare a vista le plaghe circostanti e soprattutto per porre argine alle scorrerie degli Orobi, la regina Teodolinda fa erigere un castello in posizione strategica su un promontorio. L’edificio non sarà mai stato teatro di grandi battaglie, ma la sua posizione preminente lo elegge come uno degli avamposti più importanti di tutta la Lombardia, strategico nello scacchiere difensivo prima dei Visconti e poi degli Sforza. Collocato tra le due anse del fiume, è ricostruito a metà del Trecento da Bernabò Visconti, che proprio in questo luogo muore per mano del nipote Gian Galeazzo. Dotato di un sistema di gallerie sotterranee che permettono la discesa all’Adda, il sistema difensivo è completato da un ponte a piani sovrapposti che scavalcava il fiume con un’unica arcata di 72 metri, distrutto nel 1416. Leonardo da Vinci, durante uno dei soggiorni a Vaprio, disegna una pianta del castello. Oggi il castello si offre agli occhi dei visitatori con un’immagine molto differente di allora. Svuotato nel corso dei secoli successivi di ogni funzione strategica, finisce per essere trasformato in deposito militare finché non lo si abbandona del tutto. Nella prima metà dell’Ottocento il rivestimento è smantellato e venduto, una parte viene utilizzata anche per la costruzione dell’Arena di Milano. Oggi, dopo alcuni interventi di consolidamento, sono ancora visibili i diroccati resti, i sotterranei, il mastio e il pozzo in pietra quattrocentesco. Questi luminosi avanzi sono comunque sufficienti a testimoniare, se non l’antico splendore, almeno la sua passata grandezza. Il paesaggio in cui è immerso il castello suscita ancora emozioni e le opere più recenti, come i ponti sull’Adda e la sottostante centrale idroelettrica Taccani, offrono nuovi punti di osservazione e aggiungono un’affascinante cornice al vetusto edificio.
Castello di Trezzo sull’Adda
Via Valverde 33
prolocotrezzo.com
disegno
Leonardo da Vinci, disegno in pianta del castello di Trezzo, RL 19007, Windsor, Royal Library. L’indicazione dei tiri dell’artiglieria dalle sponde del fiume verso la fortezza, e la data «addj 9 di gjennaro 1513» indicano la presenza dell’artista a Vaprio nei luoghi dell’assedio posto dai veneziani alla fortezza, avvenuto il 5 gennaio di quell’anno