Il più famoso dei navigli milanesi è il Grande. Vuoi perché è stato il primo, vuoi perché per secoli ha rappresentato la via più rapida e sicura per trasportare i marmi con cui si è costruito il Duomo, provenienti dalla cava di Candoglia, nel comune di Mergozzo, sulla sinistra del fiume Toce, in Piemonte, vuoi infine perché oggi è il cuore di un quartiere vivace che richiama quotidianamente turisti e residenti. Alle vicende svoltesi attorno al Naviglio Grande si riconduce l’origine dell’espressione “a ufo”. Significa fare qualcosa “a scrocco” cioè senza pagare e rinvia alla decisione presa nel lontano 1387 dal duca Gian Galeazzo Visconti di concedere il trasporto gratuito dei marmi fino al Laghetto, a poche centinaia di metri dal cantiere della Cattedrale, nel cuore della città. L’acronimo A.U.F. riportato sulle chiatte stava per Ad Usum Fabricae con riferimento alla Veneranda Fabbrica del Duomo Milano.
Meno nota e meno ricca di aneddoti è la storia del Naviglio della Martesana, chiamato da sempre Naviglio Piccolo, nome che di fatto lo ha posto fin dalla nascita in una posizione subalterna rispetto al Grande. Eppure è stato un canale strategico nello sviluppo della città, grazie soprattutto al fatto che ne ha ingigantito il potenziale commerciale. Per almeno tre secoli il via vai di barconi carichi di merci di ogni tipo è stato frenetico. Una buona parte dei materiali edili coi quali è stata costruita Milano è arrivata lungo il Naviglio della Martesana, a bordo di chiatte. Sulla direttrice che unisce la città alle sponde dell’Adda hanno viaggiato anche nomi illustri, a cominciare proprio da Leonardo da Vinci.
In una bellissima mappa del 1520, a corredo del trattato di Carlo Pagnano su come rendere navigabile l’Adda fino a Milano, appaino il corso fluviale tra Lecco e Cassano, con la prima ipotesi di un canale artificiale per aggirare le rapide della Rocchetta, e il Naviglio della Martesana. Il percorso si snoda in forma circolare, evidentemente per soddisfare le esigenze del formato della pubblicazione, ma restituisce con precisione la toponomastica dei luoghi. Dopo Lecco s’individuano Olgiate, Brivio, Imbersago, Paderno, Porto d’Adda, Trezzo; da qui si diparte la bocca del naviglio e a seguire appaiono Concesa, Vaprio, Inzago, Gorgonzola, Cernusco, infine Milano.