Vimercate è un’altra città fortemente connotata dalla presenza delle ville di delizia e dei loro giardini. In pieno centro storico si trova Villa Sottocasa, costruita negli ultimi decenni del Settecento. Dopo vari passaggi di proprietà giunge a Luigi, Francesco e Giovanni Battista Ponti. Alla morte del cavaliere Luigi Ponti, sposato con Elisabetta Sottocasa, perviene in eredità ai conti Sottocasa, di cui conserva tuttora il nome. Nel 2001 il Comune acquista il corpo centrale e l’ala sud della villa e tutto il parco di 60mila metri quadrati. L’ala sud ora ospita il Must, Museo del Territorio che in quattordici sale disposte su due piani racconta, grazie a reperti archeologici, opere d’arte, modelli, documenti e video, la storia di Vimercate e della Brianza orientale, dall’età romana fino all’industrializzazione e ai più recenti cambiamenti.
Poco distante c’è Villa Banfi, che sorge sul luogo dove nella prima metà del XIII secolo viene costruito uno dei primi conventi francescani in Lombardia. L’edificio subisce nei secoli numerose trasformazioni. Con l’avvento di Napoleone, il convento viene confiscato e messo all’asta. Lo acquista nel 1798 la famiglia Banfi che ne è tuttora proprietaria. Dall’esterno si riconosce l’impianto architettonico dell’antica chiesa. All’interno sono conservati il chiostro e pregevoli affreschi come La Madonna della Misericordia, che rivela uno stile bizantino con influenze protogiottesche. L’unico di cui si conosce la datazione esatta, 1354, è La Crocifissione e Santi, altra prova della diffusione dell’arte di Giotto in tutta la regione. Oltre che per i valori artistici, la casa è nota anche per avere dato i natali al filosofo Antonio Banfi.
A sud dell’abitato di Vimercate, al confine con Burago Molgora, sulla sede di un duecentesco ospizio per pellegrini, sorge Villa Santa Maria Molgora Paveri Fontana, nota anche come Melzi Meli Lupi di Soragna, di impianto cinquecentesco e forme esterne neoclassiche, coronata da un bel giardino all’italiana e un parco all’inglese con numerose piante d’alto fusto.
Nella frazione di Oreno si trovano alcuni dei più rappresentativi edifici storici del territorio comunale. Il quattrocentesco Casino di caccia Borromeo conserva un ciclo di affreschi risalenti allo stile tardogotico raffiguranti, fra altro, scene di caccia all’orso e al falcone. Fa parte del complesso di Villa Borromeo, risalente al XVI secolo ma modificata ripetutamente fino all’Ottocento, quando le viene conferito l’aspetto neo rococò attualmente visibile. Il parco crea una vasta area verde con quello contiguo di villa Gallarati Scotti, la maggiore fra le ville di delizia della zona. Costruita a partire dalla fine del Seicento per volontà del conte Vincenzo Scotti e poi del figlio Gian Battista, e documentata nelle sue magniloquenti forme barocche in due incisioni di Marc’Antonio Dal Re, pubblicate nell’opera Ville di delizia o siano palagi camperecci nello Stato di Milano, la dimora orenese viene radicalmente ristrutturata in forme neoclassiche tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento da Simone Cantoni. Al termine dei lavori l’edificio si trasforma in uno dei più felici esempi di residenza signorile in linea con i dettami del quel gusto neoclassico che si sta diffondendo fra gli ambienti aristocratici internazionali. Dello schema precedente, il Cantoni conferma l’ampia corte anteriore ad U, chiusa verso la piazza di Oreno da un ingresso monumentale. Il corpo principale è modificato in un blocco compatto e la facciata verso l’ingresso, sobria e liscia, è ridisegnata in senso monumentale; infine le ali laterali di servizio sono mantenute seppur abbassate per ottenere un contrasto netto col corpo centrale. L’interno della villa viene trasformato in modo sostanziale, creando nuovi ampi saloni tra i quali spicca quello da ballo, scandito sul lato corto da due colonne di ordine corinzio e ritmato sui lati lunghi da paraste che incorniciano riquadri in cui sono dipinte eteree danzatrici di ascendenza pompeiana. Sul lato opposto all’atrio, un’ampia porta con arco a tutto sesto s’apre sul vasto parco all’inglese, che prende il posto dei precedenti giardini all’italiana. Così lo descrive Cesare Cantù nella Grande illustrazione del Lombardo–Veneto: «Figura tra i primi del mondo inglese, serbando costruzioni nel gusto del secolo passato, e con laghetto contornato da vasta prateria e alimentato col mezzo di un costosissimo acquidotto». Quest’ultimo serve ad alimentare il grazioso ninfeo di Nettuno, posto al margine settentrionale dello spazio verde. Nel 2008 si sono conclusi i lavori di restauro della villa, che attualmente ospita un centro per congressi, seminari e corsi di alta formazione.
Villa Sottocasa
Via Vittorio Emanuele 51
Vimercate
Villa Banfi
Via Cereda 7
Vimercate
conventosanfrancesco.it
Corte Rustica Borromeo
Via Piave 8
Oreno di Vimercate
corterusticaborromeo.it
Villa Gallarati Scotti
Via Tomaso Scotti 13
Oreno di Vimercate
museomust.it