L’itinerario che tocca i luoghi intrisi di spiritualità in Valle San Martino non può che iniziare a Somasca, sulle tracce di San Girolamo Emiliani e della Compagnia da lui fondata, per proseguire poi lungo l’Adda dove, in località Lavello di Calolziocorte, sorge il vecchio convento dei Servi di Maria con la chiesa della Vergine, di cui parliamo ampiamente in altre parti del nostro Grand Tour. Sempre a Calolziocorte si incontrano la chiesa arcipresbiterale di San Martino, nelle cui linee neoclassiche si riconosce in modo chiaro la mano dell’architetto lecchese Giuseppe Bovara, al suo interno è custodita una pala eseguita dal pittore cinquecentesco Lattanzio Grassi, originario di Cantù ma comasco di adozione, e la chiesa medievale di San Lorenzo Vecchio, a Rossino, dove si conservano numerosi frammenti di affreschi eseguiti durante le continue trasformazioni avvenute tra la fondazione dell’edificio originario, ampliato in epoca romanica e successivamente nel Duecento e nel Trecento, fino al Settecento, prima del definitivo abbandono a favore della nuova chiesa parrocchiale. A Carenno suscita interesse l’oratorio di San Domenico detto “dei Morti” per il particolarissimo ciclo allegorico di affreschi raffiguranti teschi e scheletri. Su un’altura presso il confine tra Monte Marenzo e Torre de’ Busi, ma appartenente a quest’ultimo comune, si trova l’oratorio romanico di Santa Margherita, un semplice quanto suggestivo edificio a capanna in muratura realizzato con pietra locale a spacco con abside semicircolare. Sempre a Torre de’ Busi, in posizione strategica su uno sperone roccioso, si incontra una tra le più antiche strutture religiose della Valle San Martino, il complesso di San Michele, composto da Oratorio di Santo Stefano, Chiesa di San Michele, Cappellette della Via Crucis e casa canonica. Probabilmente in origine era parte di quella serie di punti di avvistamento fortificati del primo alto medioevo. Un altro elemento di spicco è costituito dalla chiesa di Celana dedicata alla Beta Vergine Assunta a Caprino Bergamasco. L’edificio, così come ci appare oggi, non conserva nulla dell’impianto originario già documentato dal Duecento, ma la sua rilevanza oggi è dovuta al fatto che qui si conserva una bellissima pala di Lorenzo Lotto, l’Assunzione della Vergine, dipinta dal celebre pittore bergamasco nel 1527. Nella scena, Maria, in volo verso la luce, sovrasta il gruppo degli apostoli, tra i quali spiccano San Tommaso e San Giacomo disposti attorno al sarcofago. L’itinerario tra i luoghi della fede della Valle San Martino termina a Pontida, presso l’abbazia benedettina di San Giacomo a Pontida, che sorge come priorato cluniacense nel 1076 per iniziativa del feudatario bergamasco Alberto da Prezzate, che ne diviene il primo priore. La sua presenza si nota in lontananza con l’alto campanile coronato dalla statua di San Giacomo, mentre il grandioso complesso appare in tutta la sua imponenza dalla grande piazza che conduce all’ingresso. La struttura attuale risale essenzialmente al periodo rinascimentale, durante il quale vengono eseguite importanti opere di restauro. Nel 1798 i monaci vengono allontanati in seguito alla soppressione dei beni ecclesiastici imposta dai decreti napoleonici. Nei primi anni secolo seguente le proprietà abbaziali sono vendute ad alcuni privati, mentre nel 1830 viene ricostruita la facciata della basilica in stile neoclassico. I monaci benedettini ritornano nell’abbazia solo nel 1910. Nel 1976 viene allestito il Museo del Monastero che conserva pregevoli opere artistiche legate al complesso conventuale.
Le vie della fede
Ecomuseo Val San Martino
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